domenica 19 ottobre 2008

"SPINGENDO LA NOTTE PIU' IN LA'" DI MARIO CALABRESI

Questo è il titolo di un libro che merita di essere letto, in queste parole così leggere e poetiche c'è dietro un'amore immenso e infinito per la vita ed è la dimostrazione che chi non contiene e non trattiene l'odio non si ammala, ma vive al meglio la vita.
"Io tutte queste cose mi sforzo di tenerle ai margini del cuore, di dimenticarle, di non fissarmi sulle scortesie, gli insulti, per poter guardare avanti, per non farmi avvelenare" dice Gemma Calabresi al figlio che le domanda come ha fatto a digerire tanti dispiacieri, e continua "ho scommesso sulla vita, mi sono data da fare tuti i giorni, unico antidoto alla depressione, e ho cercato di vaccinarvi dall'accidia, dall'odio, dalla condanna a essere vittime rabbiose.
Essere contenitori delle altrui cattiverie non porta niente di buono spingiamole ogni giorno sempre più lontano senza mai arrenderci o perderci d'animo.
Anche noi nel nostro quotidiano difronte alle continue contraddizioni della nostra vita dovremo trarre insegnamento da questa piccola grande donna.

mercoledì 8 ottobre 2008

PROGETTO SCUOLA FELICE OBIETTIVO CRESCITA AUTOSTIMA

Gli insegnanti o le insegnanti (maestri / maestre, professori /professoresse) hanno indipendentemente da tutte le problematiche inerenti la scuola (classi sovrafollate, carenza di sussidi didattici, di laboratori etc) una grossa responsabilità sul far crescere i bambini e i ragazzi più felici durante le ore che trascorrono in loro compagnia.
Il loro obiettivo prima di qualsiasi altro (completare il programma didattico, rispettare i l calendario delle interrogazioni, etc) deve essere quello di migliorare l 'autostima. Come? Partendo da alcune basi fondamentali che sono più importanti di qualsiasi altro sapere e che miglioreranno il rapporto alunno-insegnante ed entrambi nè avranno benefici:
* Rispettare personalità, sentimenti, insomma il modo di essere di ciascuno.
* Cercare di infondere sicurezza e non umiliazione, riconoscendo sempre l'impegno dato con un incoraggiamento continuo e costante (evitare di dare giudizi che bloccano qualsiasi crescita, ma solo quelli che producano progresso)
* Valorizzare in tutti i modi il miglioramento, valutando positivamente i passi compiuti e rilevando con serenità ciò che deve essere ancora assimilato e capito.
Inoltre Motivare, motivare, motivare una parola da non dimenticare fatta di impegni reciproci, (esempio compiti assegnati, compiti da correggere), di regole fissate insieme, di obiettivi concordati da raggiungere, di eventuali anche impegni scritti , insomma alla fine i ruolo degli alunni sarà intervenendo in prima persona non passivo ma attivo.
Tutto ciò è indispensabile per la felicità di alunni e insegnanti, non si può insegnare senza sensibilità, rispetto, feeling, incorraggiamento etc.

martedì 16 settembre 2008

"DIMENTICA UNA COSA AL GIORNO" di Roberto Vecchioni

Dimentica una cosa al giorno come i tratti di un disegno perchè devi cancellarlo prima che ti prenda il sonno quasi dopo tanto tanto amore madre non avessi amato mai
Dimentica una cosa al giorno l'albero che arrampicavi l'uomo che giocava il cielo l'uomo che tu perdonavi la ferita dell'addio dai figli madre una cosa al giorno sai
Per non scordarle tutte insieme tutte all'ultimo minuto quando il cuore non ce la fà piu' a reggerle tenerle tutte li e non potrai sorridere così
Dimentica una cosa al giorno Napoli la nostra casa l'uomo che ti uscì da un sogno che brillò sulla tua ombra tutto quello che ci hai dato madre e non hai voluto indietro mai
Dimentica una cosa al giorno madre grande lago calmo prima stella della sera foglia gialla dell'autunno vecchio cucciolo all'abbraccio che volevo darti e che non ti ho dato mai e se in quell'ultimo momento si sciogliesse tutto il tempo e tu senza dolore andassi via io ti terrei la mano nella mia ma dopo aver dimenticato tutto quello che è passato come un vento che non soffia piu' dimentica per ultimo anche me o non potrei dimenticare te

lunedì 21 luglio 2008

ELOGIO DELL'INCERTEZZA "IL SAGGIO E' COLUI CHE SA' DI NON SAPERE" (SOCRATE)

Diffidiamo di chi ha sempre una risposta pronta, priva di dubbi.
Chi si prende del tempo per pensare viene guardato con sospetto e quasi estromesso da questo mondo in cui il silenzio anche se momentaneo fa paura, crea ansia.
La porta del dubbio è meglio tenerla ben chiusa, dietro ci potrebbe essere la nostra parte migliore.
Eppure l'incertezza è un grande tesoro, ci può fare scoprire altre strade, dire non sò potrebbe al momento sembrare negativo, ma col senno del poi verrà valorizzata questa necessità di far maturare qualcosa che al momento non esiste, ma arriverà.
Quel momento di pausa, può farci guadagnare, senza farci giudicare poco preparati uno spazio nuovo in cui in cui i pensieri diventano preziosi , duttili e flessibili.
L' essere umano deve possedere la capacità di mettersi in discussione, in modo che la soluzione giusta sia un mix di pazienza e di giusto tempo, senza fretta, tale impostazione coinvolgerà chi ci ascolta e si rivelerà piu' rispettosa delle esigenze altrui.

venerdì 18 luglio 2008

IL DOLORE SE NON TI UCCIDE TI FORTIFICA

In questo periodo la mia vita è stata sconvolta da un evento atroce, a cui stò cercando di sopravvivere salvando il salvabile.
E' proprio vero che "il dolore se non ti uccide ti fortifica", molte volte per capire certi concetti l'unica soluzione è viverli sulla propria pelle.
Non so se sarei riuscita a sopportare tanto da non avere più paura di niente, se non avessi costruito e messo da parte tante gioie, una riserva per percorrere questo difficile cammino.
Senza la ricchezza del nostro passato, tirato fuori per annacquare il nostro triste presente, certe catastrofi ci farebbero impazzire.
Ci vorrà del tempo per lenire tanto dolore, che ha anestetizzato tutti i sensi, ma è proprio vero che la vita vince sopra tutto.

lunedì 14 luglio 2008

l' ARTE DI GODERE LA VITA

Molti pensatori del nostro tempo ci possono venire incontro con semplici istruzioni per riuscire a dare valore a ogni istante e quindi renderci capaci di godere appieno la vita:
"La felicità è un inside job, un lavoro interiore. Fare tutte le sere una lista delle piccole gioie della giornata, aiuta a formare una piccola riserva di positività per i momenti meno fortunati" sostiene la psicologa americana Sonia Lyubomirsky .
"Raggiungiamo la felicità quando mettiamo le nostre forze al servizio di un obiettivo più grande di noi, il vero piacere si ottiene quando riusciamo a dare un senso etico a quanto facciamo. Per esempio giocare con il proprio bambino può essere una gioia. Ma sarà un vero piacere se nel corso del gioco sapremo trasmettergli delle regole di vita che gli serviranno da adulto per essere un buon cittadino" sostiene Martin Seligman docente di psicologia
"La felicità si persegue sviluppando anche il gusto del sè. I nostri cinque sensi , sono altrettante porte di accesso al mondo esterno, ma anche a quello interiore. Si può quindi coltivare il piacere di ascoltarsi, di osservarsi, di guardarsi vivere. Godere la vita è dunque anche restare sempre in connessione col proprio io più profondo. Assaporare le sensazioni esterne e quelle interne. Avere la consapevolezza della vita intorno a sé e dentro di sé. Un progetto che non ha nulla a che fare con lo sforzo e l'ansia di ottenere il risultato, ma piuttosto con la dolcezza verso se stessi anzitutto" sostiene Helen Roubeix psicoterapeuta francese.

martedì 8 luglio 2008

EMPATIA

Un' intervista sul saggio di Laura Boella (docente di storia della filosofia morale ) "Sentire l'altro" ci può aiutare a capire di più su questa parola "empatia", cosi difficile da spiegare e da praticare:
Nel suo saggio, ci invita a prenderci cura delle relazioni allo stato nascente. In che modo?
"Abbiamo relazioni di vicinanza e intensita' oppure di somma freddezza e indifferenza, in mezzo sembra che non ci sia niente. Proprio l'empatia ci può invece aprire quel territorio molto vasto, che sta appunto nel mezzo, che è l'irrepetibilità di ogni incontro umano. L'empatia non è una forma di conoscenza intellettuale ("capisco") o la riproduzione di un sogno da me precedentemente vissuto ("anch'io ho provato lo stesso") non richiede immediatamente un soffrire o un "gioire" insieme. Empatizzare vuol dire sentirsi in relazione con l'altro, e farne davvero esperienza, investendo le nostre energie migliori nella relazione, prima che il legame si trasformi poi in amicizia, simpatia, compassione, altruismo, ammirazione etc. In questo senso dico che l'empatia è lo stato nascente di tutte le molteplici relazioni che accompagnano l'esistenza di ciascuno."
Cosa ostacola la messa in pratica dell'empatia?
"L'ingombro del nostro io, la fretta, la paura. In realtà, in questi spazi affollati di solitudine dove siamo invisibili gli uni agli altri, hall di albergo, stazioni, aereoporti, centri commerciali, tutti siamo in attesa di uno sguardo o di una parola. Tutti vogliamo che l'altro ci guardi e ci dica "Si io ti vedo, tu esisti per me". Chi è guardato alza gli occhi, scriveva Walter Benjanim. Praticare l'empatia è un rispondersi, riconoscersi, essere guardati e guardare. E' quel "rendersi conto" di cui parlava Edith Stein che ci dispone ad accogliere l'esperienza dell'alterità dentro noi stessi, mantenendo la distinzione tra me e l'altro: Ma proprio attraverso il rapporto empatico possiamo ampliare la nostra soggettività che si arricchisce e si trasforma. La gioia dell'altro torna ad essere la sua gioia, ma noi ora sentiamo un'altra gioia rispetto a quella che sentivamo io, tu o lui restando isolati.
In fondo, conoscere l'empatia significa sottrarre alla casualità i nostri rapporti."

venerdì 20 giugno 2008

FELICITA' in pillole da PSYCOLOGIES "vivere al meglio la vita"

"La felicità è l'armonia con ciò che ci circonda, ogni filo d'erba, ogni fiore, ogni più piccola
creatura" (Dalai Lama)
"Non aver paura, non invidiare, non commiserarti, il mondo è un'orchestra, non essere la nota stonata. Ogni mattina trova qualcosa di buono in te, prima di uscire.La sera sarai più felice"(Hal Urban ).
"La felicità è scoprire che avevi ragione" (Doris Lessing)
"Quando guardi indietro e non ti vergogni, quando guardi avanti e speri, allora sei felice".(John Dewey)
"La felicità è nell'immaginazione: basta un'idea per abbattere i confini, per creare libertà(Bernard Henry-Levy)
"Sarai felice finchè conservi la capacità di stupirti.Non ho mai visto un cinico felice": (Paul Geraldy)

giovedì 5 giugno 2008

IL LINGUAGGIO DEL CUORE

Le parole, anche le più cattive o violente esprimono sofferenza, sono richieste di aiuto, che vanno decodificate in bisogni, sono come un dono che ci viene fatto affinchè capiamo e condividiamo.
Gli uomini per natura hanno dentro di sè una grande risorsa "la benevolenza" che va liberata utilizzandola al posto dell'aggressivita', come acqua per spegnere il fuoco.
Non è facile davanti a un linguaggio aggressivo vedere oltre, capire la sofferenza di chi ci parla e cercare una comunicazione utile e costruttiva.
E' piu' faticoso essere benevoli, usare le parole con senso di responsabilità senza giudizi nè pretese, essere coscienti che la lingua della non violenza è l'unica in grado di garantire serenità, rispetto e pace.

venerdì 30 maggio 2008

IDENTITA' POESIA DI MIA COUTO

DEVO ESSERE UN ALTRO
PER ESSERE ME STESSO
SONO BRICIOLA DI ROCCIA
SONO IL VENTO CHE LA CONSUMA
SONO POLLINE SENZA INSETTO
SONO SABBIA CHE SOSTIENE
IL SESSO DEGLI ALBERI
ESISTO DOVE MI DISCONOSCONO
ASPETTANDO IL MIO PASSATO
ANELANDO ALLA SPERANZA DEL FUTURO
NEL MONDO CHE COMBATTO
MUOIO
NEL MONDO PER CUI LOTTO
NASCO

giovedì 22 maggio 2008

CIAO, COME VA?

E' una domanda consueta, quasi banale, che il più delle volte è seguita da una risposta positiva "bene grazie", che è quasi scontata come se la domanda e la risposta siano vuote di significato, e a volte nella domanda si fornisce la risposta "tutto bene?", sperando di non essere coinvolti nelle altrui negatività.
Cosa significa stare bene, avere una famiglia, dei figli, un lavoro, non avere problemi di salute, essere nella norma?
La risposta tocca il nostro "IO" interiore, che è fatto di un passato con cui fare i conti senza che diventi un peso o un tormento o un rimorso, di un presente da costruire giorno per giorno con arte e equlibrio, facendo il pieno di serenita' e di gioia, di un futuro senza angoscie e paure, ma colmo di speranza
Il lavoro più importante lo dobbiamo fare noi per noi , a noi spetta trovare i mezzi per riuscire
a stare bene, ognuno è diverso non esistono ricette o indicazioni, anche se per dare sapore alla nostra esistenza è necessario essere più umani, cioè attivarci per comunicare, per amare, per aiutare.
Dobbiamo essere i manager della nostra sofferenza e del nostro benessere cercando di recuperare la solidarietà verso noi stessi e gli altri.

martedì 20 maggio 2008

SCOPRIRE LA BELLEZZA DELLA SOLITUDINE

Possiamo fare a meno del cibo per far vivere il nostro corpo? No, non è possibile.
Possiamo fare a meno di una felice solitudine?
Si, se vogliamo col tempo diventare aridi, nevrotici, infelici etc.
No, se ascoltando noi stessi ci ritagliamo uno spazio, per liberare la nostra creatività, fare ciò che desideriamo, ordinare le nostre idee, dimenticare le regole, i doveri, scoprire chi siamo, dove andiamo, facendo così nascere nuove energie. Un buon ritiro serve per ricaricarci, col tempo ci sentiremo più forti e maturi, e saranno momenti di cui non potremo fare a meno.
Valorizzando noi stessi stando da soli, non saremo affettivamente dipendenti da persone o situazioni, ci guadagneremo in libertà, avremo rapporti con persone più autentiche e sincere, avremo la pazienza e la capacità di cercarle.

mercoledì 14 maggio 2008

QUELLA CAPACITA' STUPENDA DI (RI)COMINCIARE

Ho letto questo editoriale di Lucia Rappazzo (direttore responsabile della rivista "Psychologies") e ho ritenuto opportuno farlo conoscere nei punti essenziali:
Giorni fa sono venuta a sapere che una vecchia amica, che non vedevo da un pò, si è separata.
il marito se n'era andato da un giorno all'altro dopo vent'anni di matrimonio e due figli, perchè si era innamorato della giovane segretaria. Una cosa così scontata da sembrare quasi una barzelletta, ha riso lei quando ci siamo incontrate dopo una mia telefonata.
Molto meno divertente il fatto che il suo ex, un piccolo industriale facoltoso, si rifiuti di passarle un assegno di mantenimento nascondendosi dietro una nullatenenza fiscalmente di comodo. Ma lei, Marta, che ha 46 anni e per desiderio dell'ex aveva smesso di lavorare al primo figlio, non batte ciglio. Si è rimessa in gioco professionalmente. come colf a ore,"Non ho trovato altro" mi ha detto "ma per cominciare mi va bene così. Mi sento meravigliosamente bene, ho finalmente il gusto dell'autenticità. Sono una donna nuova, con una vita nuova, valori nuovi.
E penso che sia un privilegio non una disgrazia, il potermi reinventare l'esistenza".
(Ri)cominciare, (Ri)buttarsi nella vita. Dopo una separazione, un licenziamento, un lutto. Dopo un lungo periodo di calma piatta e scontento.Dopo un errore madornale o semplicemente una vita passata al risparmio esistenziale.(Ri)mettersi in gioco.Con la certezza che ci si farà male. Ma con un senso di leggerezza in più. Con un respirare più profondo, con una contentezza intima che non ha prezzo.
(Ri)prendere le fila di un discorso aperto tra noi e la vita;(Ri)guardarla in faccia, a viso aperto:(Ri)pensare abitudini,convincimenti, bisogni.Per riscoprire che forse non ci appertengono più. E (ri)trovare il coraggio di sbarazzarcene per (ri)andare alla ricerca di noi stessi. Con un sorriso.

mercoledì 9 aprile 2008

"BUONA GIORNATA"

E'una frase molto usata al giorno d'oggi, e se gli si da' l'importanza che merita, è senz'altro un pensiero positivo in mezzo a tanto asetticita' che ci circonda.
Ti costringe un po' a riflettere su quanto sia importante vivere consapevolmente una buona giornata.
Pensiamo a quante buone giornate della nostra vita, abbiamo lasciato andare senza approffitarne per essere più sereni, più comprensivi con noi stessi e con gli altri; giornate fatte di un tempo splendido, di un risultato inatteso, di un interessamento spontaneo, di una comprensione intelligente etc.
Ci sono persone, sempre in guardia, dal viso anche un pò ostile , anziane nell'animo, dispiace
certo che non sappiano apprezzare una buona giornata e che a volte anche inconsapevolmente vogliano rovinare la tua, diamo loro l'importanza che meritano, e non lasciamo che inquinino le nosre giornate.

sabato 5 aprile 2008

QUANDO SARO' CAPACE D' AMARE "LA MIA GENERAZIONE HA PERSO" DI GIORGIO GABER E SANDRO LUPORINI

Quando sarò capace d'amare probabilmente non avro' bisogno di assassinare in segreto mio padre nè di far l'amore con mia madre in sogno.
Quando sarò capace d' amare con la mia donna non avrò nemmeno la prepotenza e la fragilità di un bambino.
Quando sarò capace d' amare vorrò una donna che ci sia davvero che non affolli la mia esistenza ma non mi stia lontana neanche col pensiero.
Vorrò una donna che quando io accarezzo una poltrona, un libro o una rosa lei avrebbe voglia di essere solo quella cosa.
Quando sarò capace d'amare vorrò una donna che non cambi mai ma dalle grandi alle piccole cose tutto avrà un senso perchè esiste lei.
Potrò guardare dentro il suo cuore e avvicinarmi al suo mistero non come quando io ragiono ma come quando respiro.
Quando sarò capace d'amare farò l'amore come mi viene senza la smania di dimostrare senza chiedere mai se siamo stati bene.
E nel silenzio delle notti con gli occhi stanchi e l'animo gioioso percepire che anche il sonno è vita e non riposo.
Quando sarò capace di amare mi piacerebbe un'amore che non avesse alcun appuntamento col dovere un amore senza sensi di colpa senza alcun rimorso egoista e naturale come un fiume che fa il suo corso.
Senza cattive o buone azioni senza altre strane deviazioni che se anche il fiume le potesse avere andrebbe sempre al mare.
Cosi vorrei amare.

giovedì 20 marzo 2008

FINALMENTE E' PRIMAVERA

UN STAGIONE COSI' DESIDERATA E AMATA INDISPENSABILE PER IL NOSTRO EQUILIBRIO PSICOFISICO, NON POSSIAMO LASCIARLA PASSARE SENZA GODERE DEI SUOI BENEFICI.
CERCHIAMO DI SENTIRLA, ENTRANDO IN SINTONIA CON L'AMBIENTE CHE CI CIRCONDA, FACCIAMO IL PIENO DI ODORI, PROFUMI , RUMORI , DI QUELLE CALDE CAREZZE LEGGERE DEL VENTO DI PRIMAVERA.
RECUPERIAMO TUTTI I NOSTRI SENSI , CONSIDERIAMOLA UN'ENERGIA DA CUI ATTINGERE PER LA NOSTRA RINASCITA, CERCHIAMO SEMPRE DI APPROFITTARE DEL SUO PASSAGGIO, TORNERA' PURTROPPO SOLO TRA UNALTRO ANNO.
NON CREDIAMO A QUELLI CHE DICONO CHE LE STAGIONI SONO MALATE, CHE NON CI SONO PIU', LA NOSTRA MAGGIORE PREOCCUPAZIONE DEVE ESSERE QUELLA DI NON ARRIVARE AL PUNTO DI NON SENTIRE PIU' NIENTE.
FACCIAMO IL PIENO DI PRIMAVERA, VIVIAMOLA INTENSAMENTE ALLA RICERCA DI FIORI , DI COLORI CHE SCALDANO IL CUORE, DI UNA NUOVA ENERGIA DA IMMAGAZZINARE PER STARE BENE CON NOI STESSI E CON GLI ALTRI.

martedì 18 marzo 2008

"LENTAMENTE MUORE....." PABLO NERUDA

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca o colore dei vestiti, chi non rischia, chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione, chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni; emozioni che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti agli errori ed ai sentimenti!
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, chi rinuncia ad inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia e pace in se stesso.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare!

lunedì 18 febbraio 2008

LA BUONA COMUNICAZIONE

LA BUONA COMUNICAZIONE PUO' DERIVARE DA UN'ABILITA' INNATA (POCHE PERSONE LA POSSIEDONO) O PUO' ESSERE INSEGNATA.
ALLA BASE PERO' CI DEVE ESSERE DISPONIBILITA', INTERESSE, PAZIENZA, VERSO IL NOSTRO PROSSIMO, E SOPRATUTTO SAPER ASCOLTARE.
INANZITUTTO SI DEVE COMPIERE MENTRE SI E' IN ASCOLTO UN RITUALE NON FACILE, CIOE' ANNULLARE NOI STESSI, I NOSTRI PENSIERI, E SENZA PREGIUDIZI, SENZA DOVER DARE SOLUZIONI, SENZA INTERROMPERE, CERCARE ESCLUSIVAMENTE DI INCORAGGIARE, FACENDO IN MODO CHE LA SOLUZIONE SE C'E' SIA L'INTERESSATO A SCOVARLA.
RIFLETTETE SU QUANTE VOLTE NELLA NOSTRA COMUNICAZIONE ABBIAMO DATO SOLUZIONI INVECE DI DARE INCORAGGIAMENTO, NON E' FACILE CAMBIARE E ANCHE SE NON DIMOSTRIAMO DI ESSERE NOI I MIGLIORI, AVREMO COL TEMPO PIU' SODDISFAZIONI E GRATIFICAZIONI.

venerdì 1 febbraio 2008

COSA DICIAMO A NOI STESSI NEI MOMENTI DI DIFFICOLTA'

CIASCUNO DI NOI DEVE METTERE IN ATTO DELLE TECNICHE PERSONALIZZATE PER SUPERARE LE AVVERSITA' DELLA VITA E NON ARRIVARE AL PESSIMISMO E ALLA DEPRESSIONE.

INNANZITUTTO CI SI DEVE DIFENDERE DAI NOSTRI STESSI PENSIERI, NON FARLI DIVENTARE UN KILLER SILENZIOSO CHE A LUNGO ANDARE PREME E DANNEGGIA I NOSTRI CENTRI VITALI, SOPRATUTTO QUANDO CERTI DISCORSI NEGATIVI CHE FACCIAMO A NOI STESSI SI RIFORMANO IN CONTINUAZIONE COME SE MASTICASSIMO LO STESSO CIBO PIU' VOLTE.

COSTRUIAMO CON PAZIENZA E FORZA DI VOLONTA' UN "IO VIGILE" CHE SIA IN GRADO DI ELIMINARE TUTTI RIFIUTI TOSSICI E CHE MODIFICHI IL NOSTRO SOLITO MODO DI PENSARE , PARLIAMO A NOI STESSI COME UN COACH (ALLENATORE),
SIAMO NOI GLI ARTEFICI DELLA NOSTRA VITA SOLO NOI POSSIAMO VALORIZZARCI E IMPEGNARCI A COMBATTERE LA VITA CON IL MASSIMO DELLA LUCIDITA'.
DOBBIAMO SEMPRE TROVARE LE PAROLE GIUSTE PER INCORAGGIARCI, RIVALUTARCI, TENERE IMPEGNATE LE NOSTRE GIORNATE CON DEGLI OBIETTIVI, MEGLIO FARE, STANCARSI FISICAMENTE.

IL DIALOGO CHE ABBIAMO CON NOI STESSI DEVE ESSSERE LA NOSTRA FORZA, NON SI DEVE MAI PENSARE "NO" NON CI RIESCO, NON SONO IN GRADO ETC. , MA SI DEVE SEMPRE LOTTARE CON TUTTE LE FORZE CHE POSSEDIAMO.