martedì 8 luglio 2008

EMPATIA

Un' intervista sul saggio di Laura Boella (docente di storia della filosofia morale ) "Sentire l'altro" ci può aiutare a capire di più su questa parola "empatia", cosi difficile da spiegare e da praticare:
Nel suo saggio, ci invita a prenderci cura delle relazioni allo stato nascente. In che modo?
"Abbiamo relazioni di vicinanza e intensita' oppure di somma freddezza e indifferenza, in mezzo sembra che non ci sia niente. Proprio l'empatia ci può invece aprire quel territorio molto vasto, che sta appunto nel mezzo, che è l'irrepetibilità di ogni incontro umano. L'empatia non è una forma di conoscenza intellettuale ("capisco") o la riproduzione di un sogno da me precedentemente vissuto ("anch'io ho provato lo stesso") non richiede immediatamente un soffrire o un "gioire" insieme. Empatizzare vuol dire sentirsi in relazione con l'altro, e farne davvero esperienza, investendo le nostre energie migliori nella relazione, prima che il legame si trasformi poi in amicizia, simpatia, compassione, altruismo, ammirazione etc. In questo senso dico che l'empatia è lo stato nascente di tutte le molteplici relazioni che accompagnano l'esistenza di ciascuno."
Cosa ostacola la messa in pratica dell'empatia?
"L'ingombro del nostro io, la fretta, la paura. In realtà, in questi spazi affollati di solitudine dove siamo invisibili gli uni agli altri, hall di albergo, stazioni, aereoporti, centri commerciali, tutti siamo in attesa di uno sguardo o di una parola. Tutti vogliamo che l'altro ci guardi e ci dica "Si io ti vedo, tu esisti per me". Chi è guardato alza gli occhi, scriveva Walter Benjanim. Praticare l'empatia è un rispondersi, riconoscersi, essere guardati e guardare. E' quel "rendersi conto" di cui parlava Edith Stein che ci dispone ad accogliere l'esperienza dell'alterità dentro noi stessi, mantenendo la distinzione tra me e l'altro: Ma proprio attraverso il rapporto empatico possiamo ampliare la nostra soggettività che si arricchisce e si trasforma. La gioia dell'altro torna ad essere la sua gioia, ma noi ora sentiamo un'altra gioia rispetto a quella che sentivamo io, tu o lui restando isolati.
In fondo, conoscere l'empatia significa sottrarre alla casualità i nostri rapporti."

Nessun commento: